Anche i lettori più ferventi potrebbero non essere a conoscenza di questa piccola curiosità: qual è il libro più censurato di sempre.
Nel corso della storia la censura dei libri è stata una pratica diffusa. Sono diverse le ragioni per la quale sono stati censurati alcuni libri, con queste che solitamente riflettono le convinzioni e le ideologie dominanti in determinati periodi e luoghi. Tra le ragioni più comuni troviamo sicuramente contenuti considerati come immorali o osceni. Questi testi solitamente contenevano un linguaggio volgare, scene di sesso esplicite o argomenti considerati moralmente discutibili potevano essere banditi o addirittura bruciati.
In diverse epoche i testi che andavano contro la dottrina religiosa dominante erano soggetti a censura. L’esempio più evidente è proprio quello dell’Inquisizione spagnola, con diversi libri che erano considerati eretici dalla Chiesa Cattolica e per questo venivano messi all’indice e vietati. Altre volte invece sono i regimi politici ad aver oscurato dei testi letterari, proprio perché andavano contro lo stato vigente. Oggi la scoperta sarà su qual è stato il libro più censurato di sempre secondo la storia.
Qual è il libro più censurato di sempre: la classifica
Nella storia dell’umanità, come abbiamo visto, molti libri hanno subito la censura in diverse parti del mondo e in vari momenti storici. Questo fenomeno ha interessato opere di diversi generi e autori, con motivazioni che spaziano dalla moralità al potere politico. Analizziamo alcuni dei libri più “censurati” nella storia e i luoghi in cui sono stati proibiti.
Un esempio noto è “L’amante di Lady Chatterley” di D.H. Lawrence, pubblicato nel 1928 ma bandito per 32 anni fino al 1960 per il suo linguaggio e le scene considerate oscene. Un’altra opera famosa è “Via col vento” di Margaret Mitchell, bandita dal regime comunista per ben 65 anni, dal 1936 al 2001. Anche i capolavori di George Orwell, come “La fattoria degli animali” e “1984”, sono stati soggetti a censura in vari paesi per decenni.
Un caso estremo è rappresentato da “I versi satanici” di Salman Rushdie, che sin dalla sua pubblicazione nel 1988 ha subito la censura in diversi paesi, con l’autore condannato a morte e costretto all’esilio. Quest’opera è stata vietata in numerosi paesi, tra cui India, Bangladesh, Sudan, Egitto, Pakistan e molti altri. Anche libri più recenti come “American Psycho” di Bret Easton Ellis e “Il codice Da Vinci” di Dan Brown hanno subito restrizioni in alcune regioni.
Il record di censura spetta però al “Manifesto del partito comunista” di Karl Marx e Friedrich Engels, pubblicato nel 1848. Quest’opera è stata vietata in Turchia fino al 2013, rimanendo censurata per ben 165 anni. Questi esempi dimostrano come la censura abbia influenzato la disponibilità e la diffusione di opere letterarie importanti in diverse regioni del mondo.